Immersa tra l’abitato del nord-est, adiacente a piccoli parchi urbani, è la chiesa di San Ponziano.
La facciata di questa, parte da una dimensione orizzontale e si alza verso il centro con una punta smussata, a gradino.
Significa un’impostazione strutturale, sociale e culturale solida che vuole e si propone di alzarsi verso il futuro per ricordarsi e sopravvivere.
La salita avviene per mezzo di gradini, cioè sotto forma di struttura a passi verso l’alto. Nel salire cioè, ci si conferma punto per punto e si stabilizza la visione sociale e culturale del tempo della chiesa. Alla fine, nel futuro più lontano, vi è l’apice che non è a punta, perché allo stesso modo vuole essere presenza stabile, poggiata sul passato e attiva per quello che sarà il presente nel futuro.
La croce longitudinale indica l’eternità e la identità del Cristianesimo, dell’esempio di Cristo nelle due epoche, come in tutte le epoche.
Linee verticali collegano le finestre agli spigoli dei gradini. Le linee sono la continuità di sentimento e cultura nel salire verso l’alto, avanzando gradino dopo gradino.
In larghezza, le finestrelle rappresentano, nel presente sociale, nicchie della società, individui o gruppi, idee, aspetti della società in cui essa si scompone, che si materializzano sacralmente in nicchia per conservarsi, per essere ricordate e raggiungere il futuro. Per raggiungerlo con la cultura sociale tutta. È lo scopo generale rappresentato dalla chiesa. Le linee verticali collegano e ascendono tali nicchie ai gradini della salita verso la memoria, la sopravvivenza e la sussistenza in un futuro lontano.
In larghezza la società si imposta, diagonalmente raggiunge un’epoca dove ancora è viva e presente, e poi si innalza verso il futuro lontano, dove si vuole che i concetti e i valori di oggi vengano tramandati e rivivano.
L’entrata ha le linee diagonali verso una punta, a indicare che questa è l’idea propria dell’edificio, e questo è il luogo di essa e con tale spirito vi si vive il culto.
Al cancello si arriva direttamente da un viale di un parchetto. Il parchetto è l’espressione sociale dei valori attuali che la chiesa propone in alto. Una società che propone svago e occupazioni culturali nel senso proprio, di attrazione verso la realtà naturale, cittadina, sociale. Occupazioni non istituzionali o principalmente lavorative, ma valori di pace e libertà di un uomo evoluto allo stato naturale.
La chiesa pare immersa tra i palazzi, quindi nella società, cista a stretto contatto. Davanti e dietro di essa vi sono due parchetti che indicano il concetto di naturalità della forma e della società, impostata in modo naturale per l’uomo come essere vivente.
Internamente ogni elemento può essere ricollegato all’ascesa verso Dio. Sulla parete di fondo c’è una grande immagine bianca di Gesù, a mezza altezza, in un’aurea dorata. Più su linee celesti ascendono. Gesù è stabile, non ascendente.
Il soffitto è tagliato dal vertiginoso salire improvviso verso l’alto, e alla sommità c’è una vetrata di luce. Dalla stabilità di un soffitto che sale c’è questa ascesa ripida e diretta. Si vuole far arrivare testimonianza a un futuro lontano, e si vede la luce del raggiungimento dello scopo.
Statue lungo i muri laterali offrono culti e ascolto nel presente grazie ai quali ci si eleva, spiritualmente, come nel tempo. Il Gesù rappresentato è tramite inevitabile tra uomo e Dio; allo stesso modo Egli trasporta le nostre concezioni verso il tempo futuro, come l’uomo perpetua la sua religione.
La profondità dell’aula indica lunghezza e difficoltà del raggiungimento dell’obiettivo e durezza dell’obiettivo stesso, che per essere raggiunto necessita determinazione e costanza. È un impegno della chiesa stessa, della collettività rappresentata, e anche la larghezza del luogo dice questo.
I costoni orizzontali del soffitto, che salgono, equivalgono ai punti, alle tappe della salita, oppure ai punti fermi, agli aspetti che devono salire e che determinano la salita. Finestre ai lati sono ancora tanti aspetti del presente odierno che verranno conservati, tramandati.
La chiesa è dunque profonda e capiente, allo scopo espresso si unisce tutto un popolo, una parte di umanità.
Lungo lo stradone di Tor Bella Monaca, via di Tor Bella Monaca, si eleva la struttura di Santa Maria Madre del Redentore, figura degli anni Ottanta, sede di un titolo cardinalizio. Frontalmente presenta una punta, non troppo alta, ma comunque una punta che si alza da una base più larga, che sembra muoversi a formarla. Si può vedere che dietro lo stesso disegno si eleva a un altro apice altissimo, coi due lati molto più ripidi. Il disegno frontale rappresenta la elevazione spirituale e morale che ci è consentito raggiungere per mezzo dell’organizzazione del vivere presente, un ideale di comportamento e di raggiungimento attuale. Tale condizione, la punta e i lati che la compongono, può essere conservata grazie all’organizzazione che abbiamo, la base e la struttura dei lati che discendono. Tenendo una condotta così rappresentata, dietro si eleva ciò che sarà o ciò che tocchiamo, che raggiungiamo idealmente. La guglia sostenuta dai due lati geometrici è il picco che possiamo umanamente ...
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