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Visualizzazione dei post con l'etichetta Roma OVEST

Nostra Signora di Coromoto

Da Viale dei Colli Portuensi si scorge la chiesa di Nostra Signora di Coromoto, costruita e inaugurata nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso. Il tetto che forma una punta fa credere o illudere che trattasi di tetto spiovente, che fa immaginare la forma e l’idea di una casa. Questo tetto a spiovente che immaginiamo fa pensare a una grossa copertura di una casa larga, ed esprime quindi il concetto di comunanza sotto lo stesso tetto di moltitudine di gente, raccolta a pregare e credere in Dio. Su uno dei muri grigi presso la facciata è issata una grande croce, a dire che per chi appartenga alla grande comunità, il segno, la credenza giusta è in Cristo, e Cristo è l’idea che si persegue dentro la “casa”. Il muro esterno su cui è posta la croce, grigio, indica la collocazione metropolitana della chiesa, come nei pressi di una infrastruttura cittadina. Nella vita di questa città e civiltà la struttura esiste e la croce è posta con il messaggio suddetto. I mattoncini gial

Sant'Ambrogio

Nei paraggi di via Baldo degli Ubaldi, e vicino alla fermata della metropolitana, si incontra la chiesa romana di Sant’Ambrogio, risalente al 1973. La chiesa ha una forma che ricorda distintamente quella di una mitria, copricapo dei vescovi, in generale dei religiosi. La cortina di cui è rivestita ci dice che questo edificio è una mitria-palazzo, cioè il materiale dice che tale forma gli è data e la assume quale edificio. Quindi non solo l’aspetto di mitria ci fa capire che la chiesa si propone in somma sacralità e importanza, ma tutto l’edificio si propone di essere una vera mitria, cioè oggetto ed elemento massimamente importante, tra i palazzi. Della mitria rappresentata dall’edificio possiamo vedere le decorazioni che sarebbero del tessuto, nel rosone e nelle croci formate da finestrelle del fronte. Anche le linee verticali rifanno il tessuto del copricapo vescovile. La chiesa essendo mitria si pone con importanza e ufficialità, grandezza formale. Possiamo immaginare che il fron

Natività di Maria

Dentro una proprietà, lungo via di Bravetta, è collocata la chiesa della Natività di Maria, edificio consacrato e consegnato nell’anno 2000. L’arco largo che prende il centro della facciata nasce direttamente da terra e ne costituisce il soffitto, visto frontalmente. Esso indica la santità di Maria che punta in alto nascendo da terra. Persona umana che si eleva a santità grande, data l’ampiezza dell’arco. Grande perché questo è largo e diretto, vistoso. Esso sale leggermente verso l’interno, la profondità, a indicare accoglienza verso lo spettatore, e il fedele. A Maria è eretta questa chiesa con la curva verso l’alto, al culmine dell’arco c’è una vetrata con croce ad espandere l’arco in altezza e larghezza, verso il cielo. La vetrata di sopra è molto importante, eleva l’arcata a una dimensione notevole. Rimane l’arco a definirne una dimensione fisica, esso è terrestre. La porta è di un blu luminoso, è l’accesso al luogo dove sorge la santità della Madonna, dove Lei viene alla luce,

Nostra Signora di Guadalupe e San Filippo in via Aurelia

Lungo il primo tratto di via Aurelia, ancora tra i palazzi, sorge la chiesa di Nostra Signora di Guadalupe e San Filippo in via Aurelia, degli anni Cinquanta del secolo scorso. La facciata bianca si eleva in altezza nella navata centrale. Le altre due navate sono alte poco meno della metà di essa. La centrale vuole elevarsi e stagliarsi al cielo, presentarsi al cielo partendo da terra. Si presenta al cielo, piatta fronteggia e spicca in esso, tra gli angeli e i Santi. I motivi geometrici della linea orizzontale alla base rappresentano inizialmente la presenza terrestre, il luogo, a terra, di partenza della concezione edificale e simboleggiano presenza a tale livello. La figura geometrica presente è il quadrato, giochi di quadrati e quadrati incrociati stanno a rappresentare forme terrestri elaborate e moderne, spiritualità raggiunta al terreno, al livello dell’uomo, dove l’uomo è artefice di spiritualità ed elevatezza mentale concettuale, nello stato elevato della condizione esistenz

San Francesco d'Assisi a Monte Mario

Lungo la salita di via Trionfale, si trovano le due chiese della parrocchia di San Francesco d’Assisi a Monte Mario. Quella di sinistra è la più moderna, edificata nel 2003. Questa coadiuva all’opera dell’altra, antica, e per non rubarle la scena non è resa visibile da alcuna struttura elevata che occupi spazio. È quindi un ambiente basso e largo, modesto stilisticamente e non attirante l’attenzione né, apparentemente, ponendosi come chiesa. Considerata autonomamente, il suo essere bassa, rettangolare e tufacea, e soprattutto i bassorilievi che ne caratterizzano la sommità, la fanno presentare come proposta di scavi archeologici adibiti a chiesa. Come i ritrovamenti degli scavi, essa è bassa e dotata dei bassorilievi che la decorano, insieme ritrovo e decorazione. In questo modo consacra la memoria antica rendendo un cimelio il culto del Santo, che è antichissimo e Patrono d’Italia. In questa chiesa, il Santo viene considerato oggetto di antichità e come tale è preservato e poi consa

Santa Maria Assunta e San Giuseppe a Primavalle

In una piazza a Primavalle, grande rotatoria, si affaccia la chiesa di Santa Maria Assunta e San Giuseppe a Primavalle. La forma e il colore della facciata ricordano la capanna dove è nato Gesù. Il disegno della collocazione dei mattoni ricorda anche il materiale primitivo e naturale con cui la capanna poteva essere costruita, dando ancora di più il senso di capanna. È la riproduzione moderna e simbolica di essa. La parte alta presenta strisce di marmo verticali verso l’alto, e indica che la capanna, la casa di Dio, sale fino al cielo o è collegata direttamente al cielo. È una dimora divina, in diretto contatto con Dio. Le linee verticali sono di materiale che impreziosisce, poiché il tema è Dio, e dona dignità all’edificio. La linea bianca orizzontale, quasi a metà altezza, con lo stemma pontificio, indica la via di mezzo di santità tra terra e cielo, sperimentata in vita, dei Santi e della santità del papato. Le testimonianze di fede e santità cui assistiamo durante la vita terrena

Nostra Signora di Valme

Proprio a Villa Bonelli, al di sopra della stazione ferroviaria, è sita la parrocchia di Nostra Signora di Valme, costruita negli anni Novanta del secolo scorso, inaugurata nel 1996. La facciata, di vetro, ha l’intenzione di presentarsi come di un edificio che sfidi le leggi della gravità e della fisica, della convenzione costruttiva, dell’ordine posizionale. La chiesa si propone quale forma inedita di costruzione, e quindi di luogo di culto, unica per forma e concezione, nella sfida ai criteri fisici e stabili. Così la sottesa concezione del culto e dell’architettura vuole essere nuova e originale, seppur fisica e presente. Un luogo completamente avveniristico e non decifrato, ma decifrabile, che si propone nella città e nel mondo; novità di forma protesa verso l’alto, inclinata a dare larghezza all’alto, all’avvenire, ad abbracciare future concezioni con grande disposizione. L’avvenirismo e la sfida geometrica terminano con la trave che sovrasta il vetro, lì posta a dare un tetto a

Gesù Divino Maestro

Su una traversa di via della Pineta Sacchetti, tra strade ordinate del quartiere Trionfale, sorge la chiesa circolare di Gesù Divino Maestro, consacrata nell’anno 1967. Anche essendo di pianta circolare, la chiesa presente distintamente una facciata, con una iscrizione e tre porte, contornate da marmo bianco. Tale facciata non interrompe la linea curva dell’edificio, ai lati di essa questo è rivestito in pietra bianca ruvida che esprime forza e protezione dell’interno. Dal tetto si deduce la linea di un cerchio imperfetto, per via della punta che sporge centrale. Questa indica il punto di vista dell’uomo nella vita rappresentata come un cerchio, la vita offerta da Dio nella religione e spiritualità. Idealmente dal lato opposto c’è il punto di vista di Dio che la vita dirige e prospetta. La punta quindi esprime la visuale dell’uomo sulla vita cristiana che a lui si espande e rivela. La forma che si intuisce, nel cerchio con la punta del tetto, ricorda quella di una goccia, ma anche qu