Nei paraggi di via Baldo degli Ubaldi, e vicino alla fermata della metropolitana, si incontra la chiesa romana di Sant’Ambrogio, risalente al 1973.
La chiesa ha una forma che ricorda distintamente quella di una mitria, copricapo dei vescovi, in generale dei religiosi. La cortina di cui è rivestita ci dice che questo edificio è una mitria-palazzo, cioè il materiale dice che tale forma gli è data e la assume quale edificio. Quindi non solo l’aspetto di mitria ci fa capire che la chiesa si propone in somma sacralità e importanza, ma tutto l’edificio si propone di essere una vera mitria, cioè oggetto ed elemento massimamente importante, tra i palazzi. Della mitria rappresentata dall’edificio possiamo vedere le decorazioni che sarebbero del tessuto, nel rosone e nelle croci formate da finestrelle del fronte. Anche le linee verticali rifanno il tessuto del copricapo vescovile.
La chiesa essendo mitria si pone con importanza e ufficialità, grandezza formale. Possiamo immaginare che il fronte che viene a noi possa essere un petto di un uomo orgoglioso, e le linee verticali bianche l’altezza di quest’uomo che si impone, a richiedere e infondere rispetto e legittimità. La forma si estende anche ai due lati, discendendo. In tal modo non si vuol rivelare ciò che vi è al di là dell’importanza solenne, data la contingenza di voler proporsi in pompa celebrativa, con orgoglio d’importanza. I lati che sono estensione assolutizzano a tutti i punti di vista la ufficialità della giacca dell’uomo impettito e della mitria. La estendono ai mille caratteri che nella chiesa si possono trovare.
I segmenti con cui la mitria si allarga sono di diversa angolazione, e sottolineano, in un secondo momento e più dettagliatamente, che questa chiesa è attiva e significativa nei vari livelli della attività ecclesiastica e religiosa.
Il piano bianco su cui la struttura poggia, oltre a rappresentare il lato della mitria che appoggia su una testa, dichiara l’attività per i fedeli del luogo di culto. Oltre alla visione dominante, con tale piano la chiesa esprime occupazione per e nella parrocchia, attività per i fedeli, umana e cristiana, laboriosa. Laboriosa perché ottagonale, quindi molteplice, e da mille finestre vicine e schematiche, a simboleggiare la alacrità, la pluralità e l’ordine. Non sfugge nulla dell’attività, del fervore pratico cattolico, a questa chiesa che si pone in pompa magna. Tale chiesa attiva, si deduce, ha ragioni valide per proporsi ai cittadini tanto solennemente.
L’interno è quello di un’aula poligonale plurilaterale, con il fronte affrescato di colori dorati e caldi, a conferire ancora solennità dalla grande religiosità. È esattamente un poligono, senza ampliamenti né laterali né in profondità, per cui, con le tante decorazioni, sembra di essere proprio all’interno della mitria, con la formale importanza che ciò comporta.
La mitria come oggetto sacralmente prezioso e delicato, ai lati minuti spessori di vetro formano croci di decoro di questo copricapo, di cui siamo religiosamente all’interno; la controfacciata è bianca con le sue finestre.
Il soffitto consta di numerosissimi quadrati a formare un minuzioso reticolato, ancora a rappresentare i preziosi decori della mitria di cui siamo all’interno, ad assolutizzazione di essa e della sua preziosità. A conferma questo soffitto è inclinato a rendere l’inclinazione e l’ondulazione del tessuto del copricapo. Conferma, come una cupola, il concetto di “interno”, “stare dentro”, e rivela definitivamente che questa chiesa è il copricapo dei vescovi, come tale è posto tra i palazzi.
I gradini del presbiterio sono di semplice marmo grigio e bassi, perché il sacerdote è accomunato, pur essendo tale, ai fedeli nella visione concettuale. Vi è un crocifisso in stile bizantino, della formalità solenne ecclesiastica.
L’altare è compreso nel perimetro porticato e a piccoli e leggeri archi. I banchi ordinati esprimono obbedienza e devozione alla causa di questa solennità. Quel che emerge è l’idea di attenersi alla sacra apparenza di culto alto, devoto e formale, ufficiale e solenne, perché l’interno è perfettamente coerente all’esterno. È una linea a cui attenersi per ragioni profonde. Si adegua il prete nell’altare e i banchi linearmente ben disposti.
Questo è il modo in cui si propone la chiesa di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. A rappresentanza di questo Santo, e probabilmente di questa città, si richiede e si esplica decoro e dignità nella città di Roma, per la figura importante e di importanza che ne consegue.
Sant’Ambrogio patrono di Milano ha questa chiesa in Roma e vuole apparire degno e retto, il campanile ferreo si eleva distaccato dalla chiesa, a richiamare fedeli di un altro luogo definito. Esso poggia su struttura ferrea orizzontale che rappresenta proprio l’estensione di un altro luogo, diremmo la città di Milano. Questo campanile, e questa chiesa, richiamano e stanno per i milanesi di Roma e d’Italia. Essi amano essere ben considerati e soprattutto non mostrare eventuali difetti e mancanze.
Il ferro del campanile e del territorio rappresentato indica di sicuro modernità, ma soprattutto minor consistenza del ferro in confronto al cemento e al mattone, all’edificato secolare. Ricerca di una presenza e importanza con minor tempo e mezzi più rapidi, veloci e odierni. Per oggi e per domani.
Nel quartiere della zona Acilia denominato Villaggio San Francesco vi è la chiesa di San Francesco d’Assisi ad Acilia. Avvicinandosi ad essa, il suo profondo fianco dà l’idea di un passeggio stretto e lungo, un cammino, richiamando la fatica umana, espressa dal camminare a lungo a piedi. Guardando la facciata sembra che il corpo sia sollevato da un portico con due pilastri e tettoia zigzagata. Tale corpo elevato rappresenta il Dio possente, rappresentato con forma caratteristicamente moderna, massiccia, con al centro un “rosone” o finestrone verticale ottagonale. Non è sospeso ma è elevato, pesante su una struttura reggente, come la fede che costa nella vita di tutti i giorni, vero sforzo e sacrificio, fatica, sudore. Dio si poggia su noi con promessa di luce, in finestra lunga ottagonale perché suprema, divina, come tale inspiegabile all’uomo. La tettoia, in linea moderna, è la protezione che ci offre Dio dalla pioggia, quindi dalle intemperie e per darci accesso al tempio stesso. ...
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