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Sant'Angela Merici

Se dalla fermata della metro B1 S. Agnese/Annibaliano ci dirigiamo all’altro lato di via Nomentana, attraversandola, tra le vie dell’abitato possiamo incontrare la chiesa di Sant’Angela Merici, realizzata nel 1955 e consacrata nel 1967. Questa chiesa è a pianta ottagonale, elevata come un prisma. Il costone in cima non è di contenimento e stabilità, perché la forma della chiesa punta in alto; essa dalla sua base vuole proiettarsi fino all’alto, a prisma. Il costone anzi contiene la forma fisica di essa, la delimita a chiesa umana accessibile, dà un limite all’ascesa per preservarcela come chiesa, luogo fisicamente limitato. L’ottagono vuole proiettarsi verso l’alto, dei cieli ma soprattutto dei tempi, per rendere nel tempo della società le conquiste e l’oggetto, la tradizione del culto. La cortina, come il costone, riporta a terra l’edificio dandogli senso di palazzo terrestre tra i palazzi, quasi accostato ai palazzi laici, e coerente con essi. Laicità pensabile in relazione alle funzioni della parrocchia e dell’oratorio, che intorno all’ottagono si estendono, in nome della Santa. Le tre porte sono contornate da struttura in cemento che ci dà indicazione sul senso di tutto l’edificio: pilastri vanno in alto chiusi da una sorta di frontone triangolare, quindi come un tempio terrestre dell’umanità e anche storicamente sacro. Poi, centrale, una punta verso l’alto a conferma della tensione in quella direzione, espressione della proiezione, con le linee del triangolo, verso l’alto più alto, dove la struttura, espressamente, si stabilizza e acquista forma e persistenza. L’ottagono è figura utile a questa concezione perché consente l’elevazione del luogo. Non è il quadrato, figura base di un edificio, ma è evoluto ad assestarsi meglio e porsi come base. Anche per elevarsi all’alto l’ottagono offre un supporto di struttura migliore, che inoltre si astrae e spiritualizza. Per l’elevazione non è sufficiente il quadrato, è necessario l’ottagono. Ad elevarsi nei secoli, nelle epoche, con la forma di tale chiesa, possono essere idee e concezioni, conquiste sociali come quella per cui la Santa si adoperò: la scolarizzazione delle fanciulle, ad oggi ritenuta normalissima. È per noi visibile la resistenza della realtà dell’insegnamento delle suore Orsoline, operanti oltre l’anno duemila. Conquiste che così si protraggono nel tempo, nella proiezione di questa chiesa. Il lucernario in alto è come una lanterna che illumina sì il circondario, ma anche nel tempo a determinate conoscenze, e funziona da campanile, che richiama con la sua luce.
Il corpo a pianta quadrata collegato e annesso alla chiesa, da fuori apparentemente un battistero, esprime la primigenia forma della costruzione dell’uomo, il punto di partenza prima di ottagoni e punte che elevino idealmente. L’aula della chiesa è una sala ampia e ottagonale, alta. Il moto verso l’alto è confermato dai pilastri grigi agli angoli e le pareti bianche esprimono l’astrazione dell’ascesa nel tempo e nello spazio. Sul soffitto c’è la prosecuzione dei pilastri che continuano il loro moto verticale verso il centro. Al centro vi è il lucernario che si eleva.
Il pavimento è di quadrati, all’interno diviso in quadratini, che sono la forma che si astrae nel processo fisico. Il moto è espresso dal Cristo crocifisso che in questo rimane sospeso. Un fascio dorato verticale Gli dà sede al centro della parete dietro l’altare. Quest’ultimo è di tre blocchi verticali che concorrono nel moto. Ai due lati sinistro e destro dell’interno della chiesa troviamo altarini con dipinti rappresentanti rispettivamente Maria e S. Angela, capisaldi e supporti per la resistenza nel tempo delle conquiste cristiane rappresentata da questo tempio. La presenza di vari altri Santi comporta che la cristianità al completo è portata in alto con le idee. Entrando, Gesù, in statua, ci accoglie per affiancarci nel viaggio. La seduta del prete ha lo schienale leggermente a punta, e in questa leggerezza è espressa l’idea di adesione al moto verticale, anzi verso l’alto. Come il costone all’esterno, a ricordare che, oltre al detto moto, questa è una chiesa reale e funzionale, ci sono le stazioni della Via Crucis sui lati adiacenti al lato dell’altare. Riportano il fedele alle attività ecclesiastiche terrene con tutto il luogo di culto. La stessa funzione la svolgono i confessionali. Il concetto di essere luogo di culto oltre che ascesa verticale è dato dalla leggerezza con cui il moto è espresso. Le pareti bianche sono anche semplicità di luogo cristiano. Ampia aula per riunirsi per il Signore, di forma moderna, esternamente in cortina. Contrariamente, la chiarezza dei banchi può esprimere la inclusione di essi nel moto, nell’astrazione da esso derivata. Il locale che da fuori sembra un battistero annesso, in realtà è una cappelletta. Presenta vetrate verticali ai lati, nel pieno del vortice del movimento. Le pareti sono bianche, la pianta è un piccolo rettangolo collegato alla chiesa principale, in questo ambiente sono realizzati riunione e raccoglimento nel contesto concettuale generalmente espresso. All’esterno, una statua di Gesù è elevata su una colonna. Egli elevato, ci incoraggia ad avvicinarci, a Lui e al culto dell’edificio, nel complesso di spazio urbano e parrocchiale e di attività cattoliche.

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