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Visualizzazione dei post con l'etichetta Roma EST

Sant'Ireneo a Centocelle

In una via di Centocelle, lungo le linee dei tram 5 e 19, si erge la chiesa di S. Ireneo, sede della parrocchia istituita negli anni Cinquanta del secolo scorso. La facciata e la forma del volume sono quelle di una casa, una grossa casa, capiente. La facciata è di mattoni, ordinata, ma verticalmente, centralmente e ai lati impreziosita di motivi di piccoli triangoli. Questa facciata esprime una identità, ordinata e unitaria, solida, ma al suo interno, di facciata, caratterizzata da estroversia e diciamo artisticità, rappresentate dai motivi che sono presenti. Questi sono presenti centrali e laterali, e solo sulla facciata, proprio a voler indicare una volontà della comunità di presentarsi, apparire, come “romantici”, anzi ordinati con connotazioni romantico-artistiche. Le connotazioni artistiche rientrano nella stessa identità ordinata, la caratterizzano, ne caratterizzano la forma. Non come un ordine che si adegui all’artistico, ma come artistico inserito nell’ordine, carattere di q

San Gaspare del Bufalo

Tra l’Appia nuova e la fermata e capolinea di Arco di Travertino, troviamo, dal 1981, la chiesa di San Gaspare del Bufalo. Questa in alto presenta un vistoso rosone moderno a forma di occhio. Forma moderna, questo ricorda l’occhio di Dio che tutto vede, le azioni più piccole e i pensieri e le intenzioni e ogni cosa esistente sulla terra e oltre. La facciata ha la forma di triangolo, che appunto ricorda la forma di Dio come rappresentato e immaginato, quel Dio assoluto che governa l’universo, l’esistente e la vita degli uomini. Nel triangolo è inserita questa forma di occhio, a rappresentazione di questo Dio che si vuole intendere. Verso l’osservatore il tetto verde è inclinato a replicare il triangolo, forma del Dio perfetto in quanto Dio, essere esistente. La croce posta sulla cima dice che in nome di Dio veneriamo Cristo e viceversa, Cristo per la collettività, per la umanità, è la proiezione del Dio cui si crede, Dio stesso che viene venerato e fatto protagonista di culto religios

Santa Margherita Maria Alacocque

Internandoci da via di Passolombardo, vicino all’Università di Tor Vergata, troviamo la chiesa di colore celeste di Santa Margherita Maria Alacocque. Nella sua forma, con la croce in mezzo, essa ricorda una postazione della Croce Rossa. Il senso è che trattasi di luogo fisico dove si curano le anime, gli uomini, dalle ferite morali e spirituali, come in un ospedale da campo. Ferite gravi curate d’urgenza e con devozione e spirito missionario. Ospedale delle anime e dello spirito, cure dall’oggi materialista. È di colore celeste innanzi tutto perché un ospedale delle anime e delle ferite spirituali è una specie di paradiso in terra, nel senso che vi avviene l’esposizione alla gloria di Dio. È luogo celeste perché cura lo spirito e l’anima con la celestialità, la beatitudine, la beltà di Dio che sono in esso. Inoltre, in esso, nella sua attività, avviene l’esercizio delle azioni sante degli uomini, e anche in questo senso è luogo paradisiaco. Detto quanto esprime immediatamente il colo

Sant'Antonio di Padova a via Tuscolana

Su un piazzale di via Tuscolana si affaccia, alta e bianca, la chiesa di Sant’Antonio di Padova a via Tuscolana. La facciata è grande e larga, bianca a leggeri riquadri. Al centro, orizzontalmente, c’è una struttura architettonica, ad archi triangolari, costituente una vetrata. Tale vetrata architettonica, così posta, è come una fessura sulla superficie dell’anima. La fede, la beltà di Dio, entra nell’uomo aprendo una fessura, uno spiraglio. Lo spazio al lato e al di sopra di questa fessura rappresenta la vastità di quest’anima, che viene soavemente trafitta dalla fede in Dio. Lo spiraglio è ulteriore alla fede che si accoglie con la mente e con il corpo, e caratterizza concettualmente questa chiesa. Il bianco della facciata è l’anima, formata dai tanti quadrati compatti, le fessure tra questi sono chiuse, sicure della fede che entra. La vetrata rappresenta personaggi sacri, il credo entra in noi non con impeto razionale ma attraverso il tessuto dell’anima. La porta è alta e solenne

Santa Barbara alle Capannelle

Internata lungo via delle Capannelle, tra il complesso degli edifici dei nostri pompieri, è situata la chiesa di Santa Barbara. La facciata è costituita da un portico alto ed arcuato, su cui vi è una superficie senza rilievi o decori, ma spatolata come tutto il verticale esterno. C’è da dire che la chiesa mette in primo piano la partecipazione degli uomini, per i quali è simbolicamente adibito il portico, ricordando questo la veranda di una casa di campagna. Uomini che fanno la chiesa nella socialità. Sopra il portico superficie senza alcun fronzolo, rilievo, finestra, linea. Essa indica che al di sopra degli uomini l’edificio si alza a esprimere Dio, che è assoluto e quindi senza alcun elemento rappresentativo. Dio quindi espresso “piattamente” perché assoluto e inesprimibile, a cui l’uomo non può arrivare, neanche con l’espressione. A sacralizzare l’area e l’atmosfera del portico c’è la statua della Santa, che dà all’ambiente espressione sacra del culto e della cristianità. Dall’al

S. Francesco di Sales alla borgata Alessandrina

Sul lunghissimo viale Alessandrino si scorgono le linee moderne della chiesa di San Francesco di Sales. La facciata presenta una imponente porta trilitica in travertino composta da tre livelli, alta e larga. Questa è sormontata dalla punta della struttura che parte da dietro, allargando il fronte. Il vetro è materiale dominante della superficie verticale. La porta bianca è gloriosa, ed è per gli uomini, mentre la punta e la forma del triangolo rappresentano Dio. È grande la porta perché gloriosa a rappresentare la umanità, o una grande collettività, che sorregge Dio, la forma di Dio, la fede in Dio e la osservanza di essa. La porta a tre lati è forma dell’uomo, oppostamente a quella di Dio che è a punta verso l’alto. La facciata è anche larga, in segno di accoglienza e abbraccio, a confermare lo scopo collettivistico della entrata. È espressa pluralità di uomini, società che si organizza, che è organizzata a effettuare l’accesso al tempio di Dio. Le tre linee, i tre livelli indicano

Santa Rita a Torre Angela

Nella periferia est di Roma, nella borgata di Torre Angela, troviamo la chiesa di Santa Rita a Torre Angela, parrocchia eretta nel 1960. Vista da una certa distanza, la sua forma richiama quella di un ufo o nave spaziale del futuro, dato l’allargamento laterale della forma di cerchio. Tale “ufo” ha di particolare, però, il tetto verde a spiovente, che gli dà la dimensione di una casa, casa nel futuro tecnologico, più generalmente nel futuro. Questo edificio ha funzione e accoglienza di casa. Come una casa, con la forma futuristica si presenta a indicare che il futuro è di noi uomini che l’abitiamo. Il futuro siamo noi esseri umani e in questa forma di casa possiamo stare a nostro agio. La casa indica che il futuro è degli uomini, non è così alieno e lo sviluppiamo e contestualizziamo, andando avanti insieme. Più da vicino, lo spiovente del tetto ricorda ancora meglio un’abitazione, finchè la forma curva della pianta ci fa pensare anche a una capanna. Capanna intesa come dimora accogl

San Barnaba

Raccolta nell’ambiente del Casilino vicino via Roberto Malatesta, c’è la grande chiesa di San Barnaba, costruita tra il 1956 e il 1957. La facciata presenta un portico su cui è elevata. Il portico, con colonne bianche a sezione quadrata, indica che la chiesa si fonda sull’umanità. Sono gli uomini su cui si sorregge la chiesa che la costituiscono. Nel portico, questa chiesa ingloba gli uomini, e sul portico la facciata si erge, si innalza, marrone di solidità, conservando la sua larghezza. È con la presenza delle persone che la chiesa si sviluppa e acquista gloria e importanza, possenza, e poi è solida. Il portico è inglobato anche orizzontalmente, poiché ai lati ci sono solidi muri con porte, che sorreggono l’edificio. Con un secondo sguardo notiamo quindi che non solo sul portico questo poggia, non si sorregge con gli uomini del portico ma coi mattoni dei lati di cui è costituita, e ne deduciamo che i fedeli la sorreggono piuttosto essendone inglobati e costituendone la linfa. L’al

San Giovanni Bosco

A qualche passo dalla fermata metro di Giulio Agricola si trova la chiesa di San Giovanni Bosco, che è stata costruita negli scorsi anni Cinquanta. È grande, in un’occhiata un rettangolo sotto a un cilindro. Da davanti sembrano un quadrato e una cupola, quadrato e cerchio accostati. La base della facciata, rettangolare, indica edificio di uso civile, e i rettangoli della cupola, che si infittiscono salendo, ricordano uffici e uffici, attività razionale e intensa, come nei palazzi che la circondano. La facciata rettangolare dà quindi la sembianza di edificio di interesse pubblico, chiesa come palazzo pubblico dove si sbrigano gli interessi dei cittadini. Tale attività è esaltata non solo dalla grandezza, ma anche dal fatto che è espressa nella cupola, che la esprime e la esalta, elevandosi a formarne il monumento. Monumento della Chiesa vicina ai cittadini, che svolge attività per la società e per i giovani. Nella base quadrangolare nicchie rettangolari ospitano statue di Santi operos

Santa Maria Domenica Mazzarello

Immersa nell’abitato al lato di via Tuscolana si trova la chiesa di Santa Maria Domenica Mazzarello, terminata e consacrata nel 1997. Esternamente l’edificio sembra un edificio di uffici pubblici, con all’interno sale d’aspetto e sportelli cui affacciarsi. Ricorda edifici di servizio al cittadino, e questo indica che la missione di questa chiesa, il suo scopo, è di operare per i membri della comunità, della cittadinanza, aiutando nelle faccende pratiche. Tuttavia l’impronta centrale della facciata ricorda che è una struttura non del Comune ma una chiesa, per la centralità della porta rispetto ai due corpi laterali, della scritta. La porta centrale è di vetro trasparente, ancora a richiamare un edificio comunale. È proprio una chiesa che opera ed è stata edificata per il cittadino, è servizio per il fedele, per la comunità territoriale dove è inserita. L’impostazione della facciata in più corpi quadrangolari simboleggia più funzioni, più uffici, quadrati e tra loro collegati. Il fine è

Santa Maria Madre del Redentore

Lungo lo stradone di Tor Bella Monaca, via di Tor Bella Monaca, si eleva la struttura di Santa Maria Madre del Redentore, figura degli anni Ottanta, sede di un titolo cardinalizio. Frontalmente presenta una punta, non troppo alta, ma comunque una punta che si alza da una base più larga, che sembra muoversi a formarla. Si può vedere che dietro lo stesso disegno si eleva a un altro apice altissimo, coi due lati molto più ripidi. Il disegno frontale rappresenta la elevazione spirituale e morale che ci è consentito raggiungere per mezzo dell’organizzazione del vivere presente, un ideale di comportamento e di raggiungimento attuale. Tale condizione, la punta e i lati che la compongono, può essere conservata grazie all’organizzazione che abbiamo, la base e la struttura dei lati che discendono. Tenendo una condotta così rappresentata, dietro si eleva ciò che sarà o ciò che tocchiamo, che raggiungiamo idealmente. La guglia sostenuta dai due lati geometrici è il picco che possiamo umanamente