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Sant'Antonio di Padova a via Tuscolana

Su un piazzale di via Tuscolana si affaccia, alta e bianca, la chiesa di Sant’Antonio di Padova a via Tuscolana. La facciata è grande e larga, bianca a leggeri riquadri. Al centro, orizzontalmente, c’è una struttura architettonica, ad archi triangolari, costituente una vetrata. Tale vetrata architettonica, così posta, è come una fessura sulla superficie dell’anima. La fede, la beltà di Dio, entra nell’uomo aprendo una fessura, uno spiraglio. Lo spazio al lato e al di sopra di questa fessura rappresenta la vastità di quest’anima, che viene soavemente trafitta dalla fede in Dio. Lo spiraglio è ulteriore alla fede che si accoglie con la mente e con il corpo, e caratterizza concettualmente questa chiesa. Il bianco della facciata è l’anima, formata dai tanti quadrati compatti, le fessure tra questi sono chiuse, sicure della fede che entra. La vetrata rappresenta personaggi sacri, il credo entra in noi non con impeto razionale ma attraverso il tessuto dell’anima. La porta è alta e solenne, e su di essa c’è una nicchia a punta con statua del santo, elevata. Questa grande porta, insieme alla larghezza della chiesa, indica accoglienza al fedele, anche estraneo, all’anima umana in generale. La porta esprime la gloria di Dio e del luogo. Sormontata dal Santo, anche del Santo che accoglie. Si è accolti nel nome e nel culto del Santo.
La grandezza della facciata indica la gloria di Dio, attraverso la venerazione per questo Santo, tanto seguito, e glorioso, e importante. Come le fessure tra una lastra bianca e l’altra, fessure sono le finestre presenti a intervalli lungo il campanile, che richiamano le anime che hanno questa vocazione a Dio e alla fede. La fede, a spiragli di luce, entra dentro, e nella società colpisce determinate persone. Questo campanile, nell’issarsi, illumina dalle fessure interne la società, facendola brillare di riflessi. Lo stesso materiale che compone queste finestre è il vetro, che proprio serve a far passare la luce, a illuminare l’interno. Gli edifici annessi alla chiesa, a questa collegati, laterali, presentano rettangoli bianchi, sempre a rappresentare spiragli di luce. Irradiando all’interno, essi si riflettono, illuminando, all’esterno. La fede di alcuni è quindi esempio, dimostrazione, testimonianza per la comunità intera. A destra della facciata, basso, vi è l’ufficio parrocchiale; ferri ne connotano la porta e i vetri, dando l’idea di filtraggio di luce. Risplende anch’esso, perché luogo di Dio, e del Santo. Le arcate della grande fessura nella facciata sono triangolari. I segmenti che formano questi triangoli, diritti, indicano la umana forma dell’anima e della fede: razionali, questi elevandosi a punta realizzano concetti sacri e santi, religiosità. Proprio la religiosità è un fenomeno spirituale umanamente compreso e realizzato. Le immagini della vetrata sono infatti umane: Gesù in un contesto naturale, con gregge di pecore. Anche il Santo, nella scultura sopra la porta che lo rappresenta, glorificato, è al centro di più persone che lo attorniano, come capo, guida della collettività. L’entrata è sotto il Santo glorificato, Gesù nello spiraglio della fede, come Maestro più divino e assoluto. Nel nome della fede professata da Gesù ci sono i Santi che guidano le persone, e questi sono gloriosi. In particolare questo Santo, con la maestà di questa chiesa. Sopra allo “spiraglio”, ai cinque archi triangolari, la facciata termina a punta, con la croce sopra. L’umana ragione comprende la spirituale fede, arriva allo spiritualmente vero e quindi a Dio, incarnato in Gesù. Gesù è il tramite che, umanamente, si è lasciato dagli uomini crocifiggere. All’interno avviene un’esplosione di luce dal muro di fondo, che la irradia, spessa e intensa, in un moto verso l’entrante. È ambiente di luce divina e gloriosa, scandita da segmenti determinati dal cemento laterale, che rappresenta vari strati, fasci di luce. La luce invade più settori, si espande per tratti, segmenti, a fare di tutta l’aula una scatola di luce. Luce di Cristo e della fede, luce di Dio.
A irradiarla, intensa, è il glorioso e grande dipinto del muro in fondo, raffigurante Gesù il cui corpo diventa ostia, cioè pane, con l’ostensorio sollevato dal Santo di sinistra. Gesù che è Dio, luminoso, pervade, investe, travolge tutto il volume. Le parti alte dei pilastri laterali, di un grigio che diviene luminoso, formano come porte dello spazio fisico, limiti tra una dimensione e un’altra, schermi oltrepassabili. A terra diventano di un nero lucido, splendente. In questo luogo vi sono rappresentazioni di Santi e icone, tutte caratterizzate da luminosità ed evanescenza. Tutte ad un livello più basso del fascio di luce che, intervallato dagli schermi immaginari tra i pilastri alti, ci aveva condotto a una dimensione mistica. In un ambito di luce e lucentezza, quindi, questi ci riportano in uno spazio terrestre, fisico di chiesa, di cui sono immagini e decori. La luce del dipinto è certamente luce di ciò che vi è visivamente rappresentato l’altezza concettuale del disegno. Più in basso di Gesù, ai suoi lati, i due Santi sono alti per l’uomo ma comunque umani e al di sotto del Cristo. Questi è la fonte di fede e santità, e i Santi umili tramiti. Il tabernacolo entra a far parte della rappresentazione, esso è sotto a un baldacchino decorato da bassorilievi, prezioso. È come inserito in un tabernacolo più grande, uno scrigno che lo custodisce e lo lascia trapelare, fuoriuscire, lo splendore, la grandezza, la magnificenza e la gloria del contesto di luce. Sopra al baldacchino una scultura, forse a indicare e dare forma al processo di Transustanziazione: un triangolo coi lati che scendono da molto in alto. è sormontata da una croce, di metallo che a effetto traspare, a irradiare intorno e rappresentarsi astratta ed elevata. La vetrata della facciata da dentro è colorata e si vede nitidamente la sua rappresentazione. Perché la fede, la vocazione, lo spiraglio di luce si capisce e definisce, è senza mistero, semplice e bella.
La chiesa è intitolata a Santi ma è Gesù, legittimamente e naturalmente, il Signore della luce, della fede, della parola di Dio. L’anima umana viene trafitta dalla grandiosa e immensa luce della fede e di Dio.

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