Internata lungo via delle Capannelle, tra il complesso degli edifici dei nostri pompieri, è situata la chiesa di Santa Barbara.
La facciata è costituita da un portico alto ed arcuato, su cui vi è una superficie senza rilievi o decori, ma spatolata come tutto il verticale esterno.
C’è da dire che la chiesa mette in primo piano la partecipazione degli uomini, per i quali è simbolicamente adibito il portico, ricordando questo la veranda di una casa di campagna. Uomini che fanno la chiesa nella socialità. Sopra il portico superficie senza alcun fronzolo, rilievo, finestra, linea. Essa indica che al di sopra degli uomini l’edificio si alza a esprimere Dio, che è assoluto e quindi senza alcun elemento rappresentativo. Dio quindi espresso “piattamente” perché assoluto e inesprimibile, a cui l’uomo non può arrivare, neanche con l’espressione.
A sacralizzare l’area e l’atmosfera del portico c’è la statua della Santa, che dà all’ambiente espressione sacra del culto e della cristianità. Dall’altro lato c’è il crocifisso, a sacralizzare e legittimare cristianamente la statua, e tutto l’ambiente, dando santità allo stesso per mezzo della Santa.
Il colore della chiesa è un ocra antico a medievalizzare il culto, a conferirgli, come l’antico, senso di sacro, quindi di rispetto, legittimazione profonda. Lo spatolato, che prende ogni centimetro di tutta la superficie esterna, è elemento di decoro totale e spettacolare, semplice ma conferente complessità.
Ai lati ci sono vetrate allungate che statuiscono la volontà della chiesa di dignità di cattedrale. In contrasto col vuoto del fronte conferiscono aspetto di chiesa, chiesa solenne, cattedrale in piccolo. Lo spatolato acquista così valore di minuziosa decorazione, prezioso abbellimento.
Ci sono alberi e piante come nel giardino della evocata casa di campagna. Al lato destro un piccolo piazzale pavimentato come nei giardini, in bollettonato, e a sacralizzarlo la statua della Madonna, di nuovo con crocifisso alle spalle.
Dunque si rappresenta una chiesa fondata sulla società, casa degli uomini come spazio dove vivere la socialità e la famiglia. Spazi di una casa di campagna, estesi, dove, consacrati a Dio per mezzo dei Santi, di Gesù, della Madonna, si sta e si convive in pace e in armonia.
In questo contesto, il portico è alto a rappresentare la altezza spirituale dell’uomo, o il fatto che quest’uomo si eleva a Dio. Ha volte a sesto acuto ad abbellirlo per conferirgli alta dignità, valore, grandezza.
La chiesa è piccola come una cattedrale in piccolo, poiché essendo circondata da edifici con migliaia di persone, nell’essere piccola concettualizza una grandezza. È quindi da vedere come una enorme cattedrale di tutti i pompieri. Con l’area circostante, a giardino e pavimento, e la Madonna, un santuario.
Il campanile è di pianta quadrata, è un esatto parallelepipedo, a ricordare le caserme intorno. Nel terminare riprende l’architettura razionalista di certe strutture statali, dedite idealmente all’efficienza. Questo campanile richiama proprio i pompieri.
L’aula entrando dà un effetto di linearità e schematicità, tipici di una semplice casa o di una caserma. Il Cristo crocifisso è in fondo, nel muro, al di là di un altro ambiente, come protetto, irraggiungibile
fisicamente ma grande da essere ben visto e seguito nella vita. Larghe arcate sui muri laterali circondano le finestre colorate con immagini di Santi. La chiesa rende l’atmosfera di una caserma ma i colori e le forme lineari arcuate la rendono luogo particolare.
Nell’essere semplici, le travi di legno del soffitto infondono la forza e la sicurezza di una casa, di una dimora. Questa chiesa è dimora per i pompieri, concentrati nella loro vita e nella loro attività. Tante le statue dei Santi perché il fedele si può appellare alle diverse risorse della cristianità. Le statue stesse rappresentano la cristianità e sacralità del luogo, una cristianità generale, completa. Qui il fedele non si distoglie dal suo dovere e dalla sua missione. Anche gli archi ai muri laterali sono lineari e ordinati.
L’area dei sacerdoti è separata dal muro di un arco, quindi non è un’abside ma proprio un altro ambiente. Anche i preti formano la Chiesa come uomini, la mandano avanti, e come chi sta in caserma essi hanno una missione da cui non si distolgono, al pari dei pompieri hanno un loro settore d’intervento, e il loro, separato, rigore di vita.
Tutte le vetrate rappresentano Santi, e non immagini celestiali o trascendentali. È rappresentato così senso pratico e semplicità della fede. I Santi delle vetrate si aggiungono a quelli delle piccole statue, a dare la possibilità di appellarsi a Loro, intermediari di quel Dio irraggiungibile e troppo perfetto e al di sopra di ogni cosa. Dio è al di sopra delle faccende della vita, Egli è perfettamente Dio. Ai Santi è legittimo appellarsi e chiedere, facendo sì che siano presenti, che possano proteggere, nella vita e nella famiglia.
Nella famiglia, perché la casa che qui è richiamata equivale alla famiglia e alla familiarità. È espresso che la caserma è la casa di questi uomini, concepita come nucleo di vita, coerentemente alle idee dell’esterno. Sulla fonte battesimale è rappresentato un Gesù adulto, quindi già grande e consapevole.
Vi è l’idea di una piena consapevolezza della vita, del fedele che qui fa battezzare, alla vita, un infante.
Riguardando l’esterno diciamo che l’effetto “giardino di casa” rimanda alle famiglie dei pompieri che invece vivono in caserma. Santa Barbara le protegge e assiste, con la Madonna e i Santi, sotto l’egida di Cristo.
Lungo lo stradone di Tor Bella Monaca, via di Tor Bella Monaca, si eleva la struttura di Santa Maria Madre del Redentore, figura degli anni Ottanta, sede di un titolo cardinalizio. Frontalmente presenta una punta, non troppo alta, ma comunque una punta che si alza da una base più larga, che sembra muoversi a formarla. Si può vedere che dietro lo stesso disegno si eleva a un altro apice altissimo, coi due lati molto più ripidi. Il disegno frontale rappresenta la elevazione spirituale e morale che ci è consentito raggiungere per mezzo dell’organizzazione del vivere presente, un ideale di comportamento e di raggiungimento attuale. Tale condizione, la punta e i lati che la compongono, può essere conservata grazie all’organizzazione che abbiamo, la base e la struttura dei lati che discendono. Tenendo una condotta così rappresentata, dietro si eleva ciò che sarà o ciò che tocchiamo, che raggiungiamo idealmente. La guglia sostenuta dai due lati geometrici è il picco che possiamo umanamente ...
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