Raccolta nell’ambiente del Casilino vicino via Roberto Malatesta, c’è la grande chiesa di San Barnaba, costruita tra il 1956 e il 1957.
La facciata presenta un portico su cui è elevata. Il portico, con colonne bianche a sezione quadrata, indica che la chiesa si fonda sull’umanità. Sono gli uomini su cui si sorregge la chiesa che la costituiscono. Nel portico, questa chiesa ingloba gli uomini, e sul portico la facciata si erge, si innalza, marrone di solidità, conservando la sua larghezza. È con la presenza delle persone che la chiesa si sviluppa e acquista gloria e importanza, possenza, e poi è solida.
Il portico è inglobato anche orizzontalmente, poiché ai lati ci sono solidi muri con porte, che sorreggono l’edificio. Con un secondo sguardo notiamo quindi che non solo sul portico questo poggia, non si sorregge con gli uomini del portico ma coi mattoni dei lati di cui è costituita, e ne deduciamo che i fedeli la sorreggono piuttosto essendone inglobati e costituendone la linfa. L’altro concetto che emerge è dunque che la presenza della Chiesa degli uomini è data dalla presenza della Chiesa dei sacerdoti. Presente e pesante lo stemma papale sulla facciata. È l’istituzione della Chiesa che l’ha edificata, provvedendo agli uomini, inglobati nel portico. È possente e in mattoni di costruzione, a rendere l’idea del processo di costruzione che l’ha innalzata.
La facciata presenta tre finestre messe nella solidità per dare al luogo caratteristica di luogo di culto. Nella grande facciata, la chiesa è squadrata come struttura, costruzione umana, è umanamente imponente, e con questo i vetri stanno per dare l’effetto di gloria a Dio. Le finestre, dalla forma squadrata come i rilievi tra esse, rivelano modernità, non sono arcuate come le antiche, la struttura appartiene al Novecento. Piccoli rilievi ad arco però sormontano esse e i rilievi quadrangolari a dichiarare fedeltà e coerenza al corso storico della fede cristiana.
La chiesa è profonda, massiccia, costruita dagli uomini per il culto, nella loro capacità di adibire a tale scopo, e per la grandezza di Dio, un imponente luogo.
Nello stemma e nell’incisione per i fedeli emerge la presenza della Chiesa come istituzione finalizzata a essi, che poi la sorreggono, partecipano a questa costruzione. Il portico simboleggia anche riparo e accoglienza.
Il fatto che questo edificio sia istituito dalla Chiesa lo rivela il piazzale antistante, che è circondato da muri, quindi chiuso, a cui si entra dalla strada attraverso scale esterne e percorso pedonale che non mostra tutta la facciata. Tale chiesa si offre agli uomini fedeli, quando questi sanno trovarla e ne conoscono la fondazione con l’istituzione. Le attività tutt’intorno, chiuse in un unico ambiente complessivo, confermano tale aspetto.
La chiesa è profonda e alta ed ha tre navate. La navata di sinistra ospita i confessionali mentre quella di destra nicchie con altari e statue e immagini. Le tre navate e la profondità richiamano alla struttura delle chiese più antiche o classiche, senza però la pianta a croce latina.
Visto l’esterno, tale struttura osservata internamente rappresenta l’operosità degli uomini nell’acclamare la gloria del Signore, nel costruire ancora luoghi di culto a Dio con l’importanza e la solennità del passato; grazie alle opere dei preti e dei frati e alla grazia dei Santi, che partono da un terreno di umanità.
Queste caratteristiche, con la struttura esterna in mattoni, significano possibilità, volontà e realtà di dare importanza al Signore adeguando in quest’epoca un luogo ben strutturato, nella concezione di Dio al centro della vita quotidiana, come nel passato. Il soffitto, con travi, ricorda il soffitto di chiese antiche.
La chiesa è di una comunità che ruota intorno a essa ed ha come risorsa la massa di fedeli e dei chierici organizzati intorno a essa.
L’abside ha un enorme mosaico con al centro il Santo in tunica rossa e su di Lui Gesù sulla croce. A contornare altre figure e linee geometriche. Di nuovo venerazione in senso antico con un mosaico grande e pervasivo che glorifichi Gesù, Dio e i Santi. Le linee moderne e odierne dello sfondo lo ricollocano temporalmente.
Sono importanti i Santi che intercedono con il Signore e compiono azioni, in vita, nella dimensione umana. Esempi per i molti fedeli che questo sito può ospitare.
In alto vetrate colorate si alternano a immagini dei Santi. Esse sono come finestre e tra la loro luce le immagini, gli esempi sono innalzati e glorificati. L’opera dei fedeli si eleva a tale finale esaltazione. È qui il tocco moderno della chiesa, dalle finestre squadrate allineate in alto, come una proiezione e uno sguardo al futuro, in un favorire l’evoluzione delle forme e delle concezioni, stando il culto considerato, di radici antiche. L’edificio richiamante ai sentimenti del passato vuole collocarsi, senz’altro, nel Novecento.
A guardare in alto, l’alternanza tra Santi e vetrate colorate infonde di moderno la chiesa, anche nella prospettiva attuale di voler ricondursi a vite di epoche precedenti con struttura simile alle antiche. Esternamente abbiamo materiale di costruzione, all’interno marmo bianco liscio e nuovo.
Si esplicita richiamo moderno all’antico nel prolungare quest’ultimo, nel riprenderne lo stile, il sentimento, il concetto, e poi proiettandolo, con coraggio e decisione, nei giorni a venire.
Lungo lo stradone di Tor Bella Monaca, via di Tor Bella Monaca, si eleva la struttura di Santa Maria Madre del Redentore, figura degli anni Ottanta, sede di un titolo cardinalizio. Frontalmente presenta una punta, non troppo alta, ma comunque una punta che si alza da una base più larga, che sembra muoversi a formarla. Si può vedere che dietro lo stesso disegno si eleva a un altro apice altissimo, coi due lati molto più ripidi. Il disegno frontale rappresenta la elevazione spirituale e morale che ci è consentito raggiungere per mezzo dell’organizzazione del vivere presente, un ideale di comportamento e di raggiungimento attuale. Tale condizione, la punta e i lati che la compongono, può essere conservata grazie all’organizzazione che abbiamo, la base e la struttura dei lati che discendono. Tenendo una condotta così rappresentata, dietro si eleva ciò che sarà o ciò che tocchiamo, che raggiungiamo idealmente. La guglia sostenuta dai due lati geometrici è il picco che possiamo umanamente ...
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