Nelle strade e vie del quartiere Colli Aniene è inserita la chiesa romana di S. Bernadette Soubirous, della parrocchia eretta nel 1975.
Essa è integrata all’interno di un cortile degli spazi della parrocchia. Presa per se stessa, non è che un muro di facciata, basso con una porta. Il muro dà l’idea di un edifico più profondo, e di struttura semplice. Questo muro, questa facciata, non ha fronzoli o elementi decorativi, solo linee verticali che la dividono in piccoli segmenti, e una linea orizzontale alta quanto la porta. Questo edificio parallelepipedo vuole essere e presentarsi come luogo, come un luogo. Questo muro che si espone è la facciata di un posto reale. Un posto con un interno, che si affaccia all’esterno da cui si ammira. Questo posto è un posto fisico, costruito dagli uomini, un posto con un perimetro, chiuso, per scopi umani. L’unica porta, non grandissima, esprime la unicità di accesso a questo sito, determinandone la importanza. È segno di esclusività, è l’unico accesso, “privilegiato”, per entrare nel luogo. Questo luogo, definito, ha il suo unico accesso per le persone, che entrano per un preciso scopo, lo scopo per cui il posto sussiste ed è stato edificato.
Sopra la porta vi è una piccola vetrata diagonalmente sporgente, decorazione della chiesa nell’essere decorazione dell’accesso esclusivo, dello scopo sacro degli uomini. Sempre sopra l’accesso c’è, innalzata sul tetto, sul limite alto del largo muro, la statua della Madonna. Con questa viene dichiarato lo scopo dell’unico accesso al luogo per gli uomini: si ottiene la benedizione della Madonna entrando e la ottiene il posto, questo è così apertamente e dichiaratamente un luogo sacro. La croce piccola, sulla tettoia, del resto, ci dice, finalmente, che questa è una chiesa cristiana. Questo posto è per la religione e il culto del Cristo, e su di esso vi è la intercessione e venerazione della Madonna, immagine più santa e dolce del Cristianesimo, Santa Madre di Dio.
Consideriamo infine che questa facciata è situata nel perimetro di un cortile, cortile parrocchiale di edifici bassi come la chiesa, e con un campanile un po’ più elevato. Come la chiesa, questi muri bassi che chiudono costituiscono un luogo, luogo propriamente dedicato alla preghiera e alla fede, durante tutto il tempo. Come in un convento, ogni mattone è dedito al solo scopo, come la chiesa, i sacerdoti e i fedeli.
Come un convento se silenzioso, come un giardino se ci sono giocosi bambini, luogo di riferimento per la preghiera dei fedeli. A chi è cristiano, a chi si trova in questo dedicato luogo, è rivolto il campanile, poiché è interno al cortile, e raccoglie come una famiglia la comunità che ruota intorno a questa parrocchia, a questa chiesa.
Dentro si vede che è sicuramente costruita per rappresentare un luogo umano: scale circondano un livello centrale più basso, che chiamiamo vasca, e intorno l’ambiente rialzato forma un quadrato che lo circonda. I mattoni uguali a quelli esterni formano i muri perimetrali, con ai lati stazioni della Via Crucis, sul fondo Santi, ciascuno su sfondo dorato.
Il luogo è umano nel senso che è organizzato come una sala assembleare, cioè uno spazio ribassato per una folla e uno rialzato per predicatori od oratori. Solo che non vi è un pulpito determinato, bensì tutto il piano intorno è rialzato, con posti a sedere rivolti al muro di fondo, al centro del quale vi è l’altare. Con la disposizione dei banchi, non puntanti a un centro ma tutti rivolti alla stessa direzione, è espressa l’uguaglianza tra le persone, queste sono disposte come un gregge nella stessa situazione posizionale, sia nella vasca che sul livello rialzato. Nel livello rialzato, centrale, c’è il principale “pulpito”, punto d’interesse, di predicazione e attenzione: il bianco e rettangolare altare. Da esso le parole alla gente nella vasca ma anche alle persone sul piano rialzato, ricordiamo, egualmente disposte.
Si può stare nella vasca, simbolicamente, come il popolo o i recitanti, ma anche sul piano rialzato, e la disposizione dei banchi ci dispone allo stesso modo, come la quadratura dell’area. Perché tutti, ogni singolo fedele, può essere portatore di buona parola, può “predicare”, cioè essere centro di attenzione per gli altri ed esempio. In base alle situazioni e circostanze della vita noi possiamo stare rialzati, servire da esempio agli altri membri della comunità, per poi essere umili e ordinati di fronte al Dio di questa chiesa.
Allo stesso modo, l’unico pulpito non è l’altare, ma oltre ad esso ci sono il leggio per le letture e quello del sacerdote, rispettivamente alla sua sinistra e destra. Quindi il concetto si conferma: il predicatore può essere differente in base alle situazioni, la fede è in Cristo e in Dio Suo padre, e l’altare è punto di riferimento, come i due pulpiti, nell’esplicare il concetto e nell’attuarlo. Tutti siamo uguali anche nel fatto di poter essere esempio e guida. La somma guida è Gesù, nel grande crocifisso con sfondo dorato, e poi i Santi, con sfondi dorati, sul muro di riferimento, quello di fondo, dietro all’altare che sta al centro.
Il soffitto, sopra la vasca, rientra a scalettare, a impreziosirsi, conferire maggiore valore al popolo, simboleggiato dalla vasca. Per il resto, esso è uniforme e omogeneo.
I mattoni perimetrali sono quelli che formano questo luogo, questo costruito. Dall’uomo per gli uomini, per la comunità degli uomini. La fonte battesimale è al livello della vasca: si nasce umili tra gli umili, glorificati di questo.
Nel quartiere della zona Acilia denominato Villaggio San Francesco vi è la chiesa di San Francesco d’Assisi ad Acilia. Avvicinandosi ad essa, il suo profondo fianco dà l’idea di un passeggio stretto e lungo, un cammino, richiamando la fatica umana, espressa dal camminare a lungo a piedi. Guardando la facciata sembra che il corpo sia sollevato da un portico con due pilastri e tettoia zigzagata. Tale corpo elevato rappresenta il Dio possente, rappresentato con forma caratteristicamente moderna, massiccia, con al centro un “rosone” o finestrone verticale ottagonale. Non è sospeso ma è elevato, pesante su una struttura reggente, come la fede che costa nella vita di tutti i giorni, vero sforzo e sacrificio, fatica, sudore. Dio si poggia su noi con promessa di luce, in finestra lunga ottagonale perché suprema, divina, come tale inspiegabile all’uomo. La tettoia, in linea moderna, è la protezione che ci offre Dio dalla pioggia, quindi dalle intemperie e per darci accesso al tempio stesso. ...
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