Non distante da Piazza Bologna, a pochi metri da via Nomentana è sita la chiesa Nostra Signora del Sacramento e dei Santi Martiri canadesi, dei primi anni Sessanta. Essa ci appare come una struttura massiccia, un grosso parallelepipedo che è segno di presenza e imponenza. Come fosse un “blocchetto” della Chiesa cattolica questo parallelepipedo è saldo al terreno, è un forte blocco su cui fondare e presenza “costruttiva” ecclesiastica.
Sulla grande facciata rettangolare la croce è piccola, apposta piccola sul possente rettangolare. Per questo essa è simbolicamente grande, si staglia e si impone, si stampa nel cielo. Sulla struttura possente la croce piccola, come sigillo e come piccola apposizione di grandezza.
Lateralmente la chiesa è divisa in segmenti che a mattoni si sviluppano in altezza, a conferire leggiadria alla struttura possente, con le finestre in alto a sesto acuto; anche se poi, essendo tenti e allineati in largo, tornano a conferire fermezza e possenza, attorniati da marmo bianco.
Da davanti alla facciata la croce in cima non si vede, e vi è Gesù mosaicato al centro. Le linee verticali, le scanalature marmoree conferiscono abbellimento della facciata, più leggiadria, ma non alleggeriscono l’aspetto massiccio e possente. Il mosaico riporta, dal basso verso l’alto, l’immagine di Gesù, in tre diverse fasi, tre fasi poste in ordine di elevatezza spirituale di Cristo: crocifisso, autore di miracoli e predicatore, Signore dei cieli e dei Santi. È quindi rappresentata una ascesa di Gesù e un conseguente moto verso l’alto della facciata, che si innalza notevolmente anche col movimento verticale delle scanalature marmoree a destra e sinistra del mosaico. Proprio a rappresentare il collegamento che avviene, nel Sacramento cattolico, tra l’uomo e la Divinità.
Il piazzale antistante la chiesa è spazio che idealmente trasla la facciata sulla strada, immediatamente accessibile. La recinzione con il cancelletto sono la dimostrazione dell’indirizzo di essa. Tuttavia alla strada si espone il fianco, a garantire un blocco massiccio, quindi solidità e senso di sicurezza, base solida al quartiere, all’automobilista, al passante.
La forma a parallelepipedo, dall’esterno lascia immaginare che ci sia una unica navata, un unico spazio largo e alto ad elevare il Signore, e non ci sarebbero navate laterali più basse, poiché non testimoniate da strutture esterne. Si pensa a un unico ambiente ampio e alto, spazio per la gloria di Dio.
Invece entrando ci si trova in una navata principale, costituita da archi acuti che vanno in profondità, elevati in altezza, apparentemente superiore a quella indicata dalle linee verticali della facciata. Elevazione in altezza prolungata in profondità. Le elevate e solide arcate danno un aspetto solenne e la chiesa, rispetto alla visuale esterna, pare più stretta. La navate laterali sono bassi corridoi.
Le vetrate sui muri laterali, tra gli spazi tra gli archi, sono luminose e colorate, ma non illuminano. L’ambiente è illuminato da luci artificiali, maggiormente nella zona dell’altare. La luce quindi è simbolicamente puntante in alto, all’altezza e gloria di quel cielo dove è Dio. La chiesa tutta è una rappresentazione di elevatezza che collega, nel Sacramento, l’uomo a Dio. Oltre la punta degli acuti archi interni essa si innalza fino al cielo, a connettersi con il Signore e Gesù nei cieli.
In fondo alla profondità della navata principale, c’è un baldacchino di legno a forma plastica e acuta come gli archi, rampante, sotto il quale è il tabernacolo. Lo spazio destinato ai preti è tutto in legno, con più luce e soffitto più piatto.
Il baldacchino è partecipe della infinita linea verticale della chiesa, e con la sua materialità è presente e stabile in essa in quanto contiene il Corpo di Cristo e le funzioni ecclesiastiche. In questo collegamento verticale i sacerdoti sono ospitati e stanno in uno spazio che è stabile e resiste.
La elevatezza e la forma degli archi caratterizzano questa chiesa come chiesa gotica. Anche dalla facciata, puntante all’alto, si poteva desumere che questa è chiesa gotica. La facciata stessa è gotica, la chiesa è un gotico o neogotico degli anni Sessanta del secolo scorso.
Nel quartiere della zona Acilia denominato Villaggio San Francesco vi è la chiesa di San Francesco d’Assisi ad Acilia. Avvicinandosi ad essa, il suo profondo fianco dà l’idea di un passeggio stretto e lungo, un cammino, richiamando la fatica umana, espressa dal camminare a lungo a piedi. Guardando la facciata sembra che il corpo sia sollevato da un portico con due pilastri e tettoia zigzagata. Tale corpo elevato rappresenta il Dio possente, rappresentato con forma caratteristicamente moderna, massiccia, con al centro un “rosone” o finestrone verticale ottagonale. Non è sospeso ma è elevato, pesante su una struttura reggente, come la fede che costa nella vita di tutti i giorni, vero sforzo e sacrificio, fatica, sudore. Dio si poggia su noi con promessa di luce, in finestra lunga ottagonale perché suprema, divina, come tale inspiegabile all’uomo. La tettoia, in linea moderna, è la protezione che ci offre Dio dalla pioggia, quindi dalle intemperie e per darci accesso al tempio stesso. ...
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