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Santa Marcella

Presso la stazione ferroviaria di Roma Ostiense, all’altro lato di via Marco Polo, troviamo la chiesa di Santa Marcella, edificata nel 1969. Questa chiesa si presenta come facciata. Una facciata che si impone dal colore rosso mattonato. Essa, nella sua singolarità, dall’esterno non si distingue dagli edifici collegati, all’interno del cancello parrocchiale. I muri laterali si allungano non distinguendo un perimetro, estendono la chiesa in profondità. È quindi un solido edificio che, massiccio, impone la sua presenza al quartiere e alla città. Al suo apice, all’apice della facciata, c’è una leggera punta, e frontale una croce sottile e ben distinta. Questa facciata è concava, contiene una sorta di abside esterna, che dà forma artistica complessiva alla struttura. Crea spazi e linee che la connotano. Nella rientranza rileva l’obliquità dell’esagono, sopra la tettoia linee verticali simboleggiano la sua altezza. I bracci della croce sono staccati e questa è perciò tratteggiata, in un se

Santissima Annunziata a via Ardeatina

Tra la viabilità dell’Ardeatino si incontra la chiesa di Ss. Annunziata a via Ardeatina. La facciata si presenta come un largo muro. L’entrata in tale muro è alla estremità di sinistra, a quella di destra altre due porte di legno. L’entrata non centrale, ma nel punto iniziale del muro, e la parvenza di esso come costeggiante una strada, fanno pensare all’accoglienza, lungo la via, di chi si trovi di passaggio e si soffermi a cercare conforto e, ancor più, spiritualità. Le altre porte fanno pensare a più attività nello stesso tratto di strada, ma c’è quella di accoglienza del fedele, l’entrata da sinistra. La tettoia che sporge sulla facciata è alta e mira in alto, diagonale, punta il cielo. Fisicamente, non ripara molto dalla pioggia e dalle intemperie, a farlo è la struttura, poiché verso dentro la tettoia si abbassa. Ripara piuttosto, puntando verso un punto molto elevato, da malesseri tanto alti quindi morali e spirituali. Il vetro orizzontale tra tettoia e muro di facciata

Santa Maria Domenica Mazzarello

Immersa nell’abitato al lato di via Tuscolana si trova la chiesa di Santa Maria Domenica Mazzarello, terminata e consacrata nel 1997. Esternamente l’edificio sembra un edificio di uffici pubblici, con all’interno sale d’aspetto e sportelli cui affacciarsi. Ricorda edifici di servizio al cittadino, e questo indica che la missione di questa chiesa, il suo scopo, è di operare per i membri della comunità, della cittadinanza, aiutando nelle faccende pratiche. Tuttavia l’impronta centrale della facciata ricorda che è una struttura non del Comune ma una chiesa, per la centralità della porta rispetto ai due corpi laterali, della scritta. La porta centrale è di vetro trasparente, ancora a richiamare un edificio comunale. È proprio una chiesa che opera ed è stata edificata per il cittadino, è servizio per il fedele, per la comunità territoriale dove è inserita. L’impostazione della facciata in più corpi quadrangolari simboleggia più funzioni, più uffici, quadrati e tra loro collegati. Il fine è

Santi Urbano e Lorenzo a Prima Porta

Nel quartiere di Prima Porta, non distante dalla stazione ferroviaria sorge la chiesa dei Santi Urbano e Lorenzo a Prima Porta. La facciata di questa chiesa è irregolare, cioè non ha un centro e una simmetria perfetti. Ha un vertice che potremmo definire centrale, ma è concava e a sinistra ha un livello più basso dove è apposta la croce. Nella forma irregolare, la croce è posta irregolarmente come su un vertice che non corrisponde al vertice esistente o centrale. Certamente tale facciata esprime la varietà delle forme di Dio. Egli non è necessariamente simmetrico e regolare ma può trovare espressione in forme irregolari. Il “triangolo” della facciata ha scanalature non uguali tra loro, è in cemento e con esse ricorda pannelli che si usano come copertura o rivestimento di superfici di installazioni metropolitane. Il culto di questo luogo è quindi metropolitano, della città più moderna. Il cemento della superficie simula quei materiali che denotano apparente leggerezza della struttura

San Francesco d'Assisi ad Acilia

Nel quartiere della zona Acilia denominato Villaggio San Francesco vi è la chiesa di San Francesco d’Assisi ad Acilia. Avvicinandosi ad essa, il suo profondo fianco dà l’idea di un passeggio stretto e lungo, un cammino, richiamando la fatica umana, espressa dal camminare a lungo a piedi. Guardando la facciata sembra che il corpo sia sollevato da un portico con due pilastri e tettoia zigzagata. Tale corpo elevato rappresenta il Dio possente, rappresentato con forma caratteristicamente moderna, massiccia, con al centro un “rosone” o finestrone verticale ottagonale. Non è sospeso ma è elevato, pesante su una struttura reggente, come la fede che costa nella vita di tutti i giorni, vero sforzo e sacrificio, fatica, sudore. Dio si poggia su noi con promessa di luce, in finestra lunga ottagonale perché suprema, divina, come tale inspiegabile all’uomo. La tettoia, in linea moderna, è la protezione che ci offre Dio dalla pioggia, quindi dalle intemperie e per darci accesso al tempio stesso.

Gesù Divino Maestro

Su una traversa di via della Pineta Sacchetti, tra strade ordinate del quartiere Trionfale, sorge la chiesa circolare di Gesù Divino Maestro, consacrata nell’anno 1967. Anche essendo di pianta circolare, la chiesa presente distintamente una facciata, con una iscrizione e tre porte, contornate da marmo bianco. Tale facciata non interrompe la linea curva dell’edificio, ai lati di essa questo è rivestito in pietra bianca ruvida che esprime forza e protezione dell’interno. Dal tetto si deduce la linea di un cerchio imperfetto, per via della punta che sporge centrale. Questa indica il punto di vista dell’uomo nella vita rappresentata come un cerchio, la vita offerta da Dio nella religione e spiritualità. Idealmente dal lato opposto c’è il punto di vista di Dio che la vita dirige e prospetta. La punta quindi esprime la visuale dell’uomo sulla vita cristiana che a lui si espande e rivela. La forma che si intuisce, nel cerchio con la punta del tetto, ricorda quella di una goccia, ma anche qu

Santa Maria Madre del Redentore

Lungo lo stradone di Tor Bella Monaca, via di Tor Bella Monaca, si eleva la struttura di Santa Maria Madre del Redentore, figura degli anni Ottanta, sede di un titolo cardinalizio. Frontalmente presenta una punta, non troppo alta, ma comunque una punta che si alza da una base più larga, che sembra muoversi a formarla. Si può vedere che dietro lo stesso disegno si eleva a un altro apice altissimo, coi due lati molto più ripidi. Il disegno frontale rappresenta la elevazione spirituale e morale che ci è consentito raggiungere per mezzo dell’organizzazione del vivere presente, un ideale di comportamento e di raggiungimento attuale. Tale condizione, la punta e i lati che la compongono, può essere conservata grazie all’organizzazione che abbiamo, la base e la struttura dei lati che discendono. Tenendo una condotta così rappresentata, dietro si eleva ciò che sarà o ciò che tocchiamo, che raggiungiamo idealmente. La guglia sostenuta dai due lati geometrici è il picco che possiamo umanamente