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San Crispino da Viterbo

Nella zona di Roma chiamata Labaro si trova la chiesa di San Crispino da Viterbo, costruita tra il 1985 e il 1987. La facciata, grigia e larga, presenta un moto in elevazione verso il centro, che potrebbe voler salire ripidamente. Tuttavia la smussatura, l’interruzione orizzontale degli elementi nasconde e mitiga questo effetto, per far convivere e armonizzare la chiesa con il contesto cittadino e dei palazzi, con un senso di modestia anche in relazione al suo essere collocata nella grande città. I vetri verticali presenti in tale facciata, tra un elemento e l’altro, ne accentuano il significato di imponenza moderna architettonica, confermando l’idea di alto edificio dei giorni nostri. I lati della chiesa sono l’estensione della facciata che si espande in profondità, e l’edificio assume una forma di freccia che punta a chi arriva, al fedele, allo spettatore. La punta di tale freccia è smussata dall’angolo concavo del centro della facciata. Non è un punto ad elevarsi, quindi, ma u

San Giovanni Bosco

A qualche passo dalla fermata metro di Giulio Agricola si trova la chiesa di San Giovanni Bosco, che è stata costruita negli scorsi anni Cinquanta. È grande, in un’occhiata un rettangolo sotto a un cilindro. Da davanti sembrano un quadrato e una cupola, quadrato e cerchio accostati. La base della facciata, rettangolare, indica edificio di uso civile, e i rettangoli della cupola, che si infittiscono salendo, ricordano uffici e uffici, attività razionale e intensa, come nei palazzi che la circondano. La facciata rettangolare dà quindi la sembianza di edificio di interesse pubblico, chiesa come palazzo pubblico dove si sbrigano gli interessi dei cittadini. Tale attività è esaltata non solo dalla grandezza, ma anche dal fatto che è espressa nella cupola, che la esprime e la esalta, elevandosi a formarne il monumento. Monumento della Chiesa vicina ai cittadini, che svolge attività per la società e per i giovani. Nella base quadrangolare nicchie rettangolari ospitano statue di Santi operos

Santa Marcella

Presso la stazione ferroviaria di Roma Ostiense, all’altro lato di via Marco Polo, troviamo la chiesa di Santa Marcella, edificata nel 1969. Questa chiesa si presenta come facciata. Una facciata che si impone dal colore rosso mattonato. Essa, nella sua singolarità, dall’esterno non si distingue dagli edifici collegati, all’interno del cancello parrocchiale. I muri laterali si allungano non distinguendo un perimetro, estendono la chiesa in profondità. È quindi un solido edificio che, massiccio, impone la sua presenza al quartiere e alla città. Al suo apice, all’apice della facciata, c’è una leggera punta, e frontale una croce sottile e ben distinta. Questa facciata è concava, contiene una sorta di abside esterna, che dà forma artistica complessiva alla struttura. Crea spazi e linee che la connotano. Nella rientranza rileva l’obliquità dell’esagono, sopra la tettoia linee verticali simboleggiano la sua altezza. I bracci della croce sono staccati e questa è perciò tratteggiata, in un se

Santissima Annunziata a via Ardeatina

Tra la viabilità dell’Ardeatino si incontra la chiesa di Ss. Annunziata a via Ardeatina. La facciata si presenta come un largo muro. L’entrata in tale muro è alla estremità di sinistra, a quella di destra altre due porte di legno. L’entrata non centrale, ma nel punto iniziale del muro, e la parvenza di esso come costeggiante una strada, fanno pensare all’accoglienza, lungo la via, di chi si trovi di passaggio e si soffermi a cercare conforto e, ancor più, spiritualità. Le altre porte fanno pensare a più attività nello stesso tratto di strada, ma c’è quella di accoglienza del fedele, l’entrata da sinistra. La tettoia che sporge sulla facciata è alta e mira in alto, diagonale, punta il cielo. Fisicamente, non ripara molto dalla pioggia e dalle intemperie, a farlo è la struttura, poiché verso dentro la tettoia si abbassa. Ripara piuttosto, puntando verso un punto molto elevato, da malesseri tanto alti quindi morali e spirituali. Il vetro orizzontale tra tettoia e muro di facciata

Santa Maria Domenica Mazzarello

Immersa nell’abitato al lato di via Tuscolana si trova la chiesa di Santa Maria Domenica Mazzarello, terminata e consacrata nel 1997. Esternamente l’edificio sembra un edificio di uffici pubblici, con all’interno sale d’aspetto e sportelli cui affacciarsi. Ricorda edifici di servizio al cittadino, e questo indica che la missione di questa chiesa, il suo scopo, è di operare per i membri della comunità, della cittadinanza, aiutando nelle faccende pratiche. Tuttavia l’impronta centrale della facciata ricorda che è una struttura non del Comune ma una chiesa, per la centralità della porta rispetto ai due corpi laterali, della scritta. La porta centrale è di vetro trasparente, ancora a richiamare un edificio comunale. È proprio una chiesa che opera ed è stata edificata per il cittadino, è servizio per il fedele, per la comunità territoriale dove è inserita. L’impostazione della facciata in più corpi quadrangolari simboleggia più funzioni, più uffici, quadrati e tra loro collegati. Il fine è

Santi Urbano e Lorenzo a Prima Porta

Nel quartiere di Prima Porta, non distante dalla stazione ferroviaria sorge la chiesa dei Santi Urbano e Lorenzo a Prima Porta. La facciata di questa chiesa è irregolare, cioè non ha un centro e una simmetria perfetti. Ha un vertice che potremmo definire centrale, ma è concava e a sinistra ha un livello più basso dove è apposta la croce. Nella forma irregolare, la croce è posta irregolarmente come su un vertice che non corrisponde al vertice esistente o centrale. Certamente tale facciata esprime la varietà delle forme di Dio. Egli non è necessariamente simmetrico e regolare ma può trovare espressione in forme irregolari. Il “triangolo” della facciata ha scanalature non uguali tra loro, è in cemento e con esse ricorda pannelli che si usano come copertura o rivestimento di superfici di installazioni metropolitane. Il culto di questo luogo è quindi metropolitano, della città più moderna. Il cemento della superficie simula quei materiali che denotano apparente leggerezza della struttura

San Francesco d'Assisi ad Acilia

Nel quartiere della zona Acilia denominato Villaggio San Francesco vi è la chiesa di San Francesco d’Assisi ad Acilia. Avvicinandosi ad essa, il suo profondo fianco dà l’idea di un passeggio stretto e lungo, un cammino, richiamando la fatica umana, espressa dal camminare a lungo a piedi. Guardando la facciata sembra che il corpo sia sollevato da un portico con due pilastri e tettoia zigzagata. Tale corpo elevato rappresenta il Dio possente, rappresentato con forma caratteristicamente moderna, massiccia, con al centro un “rosone” o finestrone verticale ottagonale. Non è sospeso ma è elevato, pesante su una struttura reggente, come la fede che costa nella vita di tutti i giorni, vero sforzo e sacrificio, fatica, sudore. Dio si poggia su noi con promessa di luce, in finestra lunga ottagonale perché suprema, divina, come tale inspiegabile all’uomo. La tettoia, in linea moderna, è la protezione che ci offre Dio dalla pioggia, quindi dalle intemperie e per darci accesso al tempio stesso.