Passa ai contenuti principali

Post

Sant'Enrico

Su una strada larga di Casal Monastero è situata la chiesa di Sant’Enrico, della parrocchia eretta nel 1989. Frontalmente, al posto di una facciata ha una profonda tettoia, alta, per gli esseri umani. Il significato di questa è che la chiesa è un tetto per i fedeli, è accoglienza, accogliente per riparare, alta perché capiente. La facciata è un tetto, così simbolicamente inteso. Vi è tuttavia un elemento architettonico: le travi di legno che sorreggono questo tetto. Queste travi non sono diritte a formare una forma di capanna o di luogo definito, bensì sono diagonali proprio a dare l’idea di sostenere, sostenere un tetto ampio. Oltre al tetto, anche tali travi sono facciata, esse dicono che la presentazione della chiesa, e la chiesa stessa, è elevazione di un tetto: la chiesa sostiene un tetto sotto cui i fedeli possono stare. Non visibile, diciamo nascosto, c’è l’edificio a destra della tettoia. Indica presenza di qualcuno, che consente e permette che la chiesa, a tante persone, fac

Sant'Ireneo a Centocelle

In una via di Centocelle, lungo le linee dei tram 5 e 19, si erge la chiesa di S. Ireneo, sede della parrocchia istituita negli anni Cinquanta del secolo scorso. La facciata e la forma del volume sono quelle di una casa, una grossa casa, capiente. La facciata è di mattoni, ordinata, ma verticalmente, centralmente e ai lati impreziosita di motivi di piccoli triangoli. Questa facciata esprime una identità, ordinata e unitaria, solida, ma al suo interno, di facciata, caratterizzata da estroversia e diciamo artisticità, rappresentate dai motivi che sono presenti. Questi sono presenti centrali e laterali, e solo sulla facciata, proprio a voler indicare una volontà della comunità di presentarsi, apparire, come “romantici”, anzi ordinati con connotazioni romantico-artistiche. Le connotazioni artistiche rientrano nella stessa identità ordinata, la caratterizzano, ne caratterizzano la forma. Non come un ordine che si adegui all’artistico, ma come artistico inserito nell’ordine, carattere di q

Sant'Ambrogio

Nei paraggi di via Baldo degli Ubaldi, e vicino alla fermata della metropolitana, si incontra la chiesa romana di Sant’Ambrogio, risalente al 1973. La chiesa ha una forma che ricorda distintamente quella di una mitria, copricapo dei vescovi, in generale dei religiosi. La cortina di cui è rivestita ci dice che questo edificio è una mitria-palazzo, cioè il materiale dice che tale forma gli è data e la assume quale edificio. Quindi non solo l’aspetto di mitria ci fa capire che la chiesa si propone in somma sacralità e importanza, ma tutto l’edificio si propone di essere una vera mitria, cioè oggetto ed elemento massimamente importante, tra i palazzi. Della mitria rappresentata dall’edificio possiamo vedere le decorazioni che sarebbero del tessuto, nel rosone e nelle croci formate da finestrelle del fronte. Anche le linee verticali rifanno il tessuto del copricapo vescovile. La chiesa essendo mitria si pone con importanza e ufficialità, grandezza formale. Possiamo immaginare che il fron

Gesù Buon Pastore

Sul piazzale più grande, alla Montagnola, si impone la chiesa di Gesù buon Pastore, costruita nell’arco degli anni Cinquanta, consacrata nel 1959, visitata da due Papi nella sua storia. La chiesa ha un’impostazione normale, un corpo centrale e due navate laterali, più basse. Il corpo centrale, nel tetto, ha una punta con sopra la croce. Inoltre centralmente una striscia verticale accoglie disegni a mosaico. La striscia centrale indica certamente verticalità e la punta tendenza verso l’alto. L’alto cui punta questa chiesa è finito e non si collega direttamente ai cieli. Questo per la limitata pendenza della punta, per la stessa croce, materiale, apposta sopra, e per il disegno principale di Gesù, non proprio ambientato nei cieli, ma seduto con il vangelo e la mano aperta ferita. È quindi configurata l’elevazione della facciata ma con un finale, come di una essenza che termini in un certo punto. Forma di essenza che tocca un limite persistendo da terra, lunga elevazione, come in una f

San Clemente

In un quartiere a pochi metri dalla fermata della metro Conca d’Oro, si impone la chiesa di San Clemente, grigia di cemento. Questa chiesa ha un corpo ovale con di fronte un alto portico quadrangolare. È come se la forma curvilinea si presentasse al mondo dando lo spazio ai fedeli per sostare davanti ad essa. La forma tondeggiante è dotata di struttura porticale per un dialogo umano. Sicuramente il portico è presente simbolicamente per i fedeli cui la chiesa ne offre lo spazio. La forma ovale in lungo indica profondità dell’edificio e spiritualità, dedizione a fondo, nello scopo, dello stesso. Dietro, la struttura della chiesa è chiusa come in una scatola nella forma rettangolare che fa da contenitore. Questo ci dice che in realtà ovale e rettangolo sono componenti di una unica idea e unica struttura, nell’armonia del contrasto tra linee curve e linee rette. Di quest’ultima concezione si ha espressione nei disegni del cosiddetto Colosseo quadrato e della Basilica dei Santi Pietro e P

Sant'Angela Merici

Se dalla fermata della metro B1 S. Agnese/Annibaliano ci dirigiamo all’altro lato di via Nomentana, attraversandola, tra le vie dell’abitato possiamo incontrare la chiesa di Sant’Angela Merici, realizzata nel 1955 e consacrata nel 1967. Questa chiesa è a pianta ottagonale, elevata come un prisma. Il costone in cima non è di contenimento e stabilità, perché la forma della chiesa punta in alto; essa dalla sua base vuole proiettarsi fino all’alto, a prisma. Il costone anzi contiene la forma fisica di essa, la delimita a chiesa umana accessibile, dà un limite all’ascesa per preservarcela come chiesa, luogo fisicamente limitato. L’ottagono vuole proiettarsi verso l’alto, dei cieli ma soprattutto dei tempi, per rendere nel tempo della società le conquiste e l’oggetto, la tradizione del culto. La cortina, come il costone, riporta a terra l’edificio dandogli senso di palazzo terrestre tra i palazzi, quasi accostato ai palazzi laici, e coerente con essi. Laicità pensabile in relazione alle f

Natività di Maria

Dentro una proprietà, lungo via di Bravetta, è collocata la chiesa della Natività di Maria, edificio consacrato e consegnato nell’anno 2000. L’arco largo che prende il centro della facciata nasce direttamente da terra e ne costituisce il soffitto, visto frontalmente. Esso indica la santità di Maria che punta in alto nascendo da terra. Persona umana che si eleva a santità grande, data l’ampiezza dell’arco. Grande perché questo è largo e diretto, vistoso. Esso sale leggermente verso l’interno, la profondità, a indicare accoglienza verso lo spettatore, e il fedele. A Maria è eretta questa chiesa con la curva verso l’alto, al culmine dell’arco c’è una vetrata con croce ad espandere l’arco in altezza e larghezza, verso il cielo. La vetrata di sopra è molto importante, eleva l’arcata a una dimensione notevole. Rimane l’arco a definirne una dimensione fisica, esso è terrestre. La porta è di un blu luminoso, è l’accesso al luogo dove sorge la santità della Madonna, dove Lei viene alla luce,