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Santa Bernadette Soubirous

Nelle strade e vie del quartiere Colli Aniene è inserita la chiesa romana di S. Bernadette Soubirous, della parrocchia eretta nel 1975. Essa è integrata all’interno di un cortile degli spazi della parrocchia. Presa per se stessa, non è che un muro di facciata, basso con una porta. Il muro dà l’idea di un edifico più profondo, e di struttura semplice. Questo muro, questa facciata, non ha fronzoli o elementi decorativi, solo linee verticali che la dividono in piccoli segmenti, e una linea orizzontale alta quanto la porta. Questo edificio parallelepipedo vuole essere e presentarsi come luogo, come un luogo. Questo muro che si espone è la facciata di un posto reale. Un posto con un interno, che si affaccia all’esterno da cui si ammira. Questo posto è un posto fisico, costruito dagli uomini, un posto con un perimetro, chiuso, per scopi umani. L’unica porta, non grandissima, esprime la unicità di accesso a questo sito, determinandone la importanza. È segno di esclusività, è l’unico accesso...

Sant'Ignazio d'Antiochia

Affacciata sulla via Appia Nuova, nei pressi delle Capannelle, vi è la chiesa romana di Sant’Ignazio d’Antiochia, risalente agli anni Cinquanta del ventesimo secolo. La sua facciata presenta un tetto spiovente con in cima una sorta di piedistallo, una sporgenza che si sostituisce alla punta. La linea semplice di questa facciata fa pensare che questo luogo sia stato voluto come luogo esistente di culto di questo Santo. Si è voluto cioè creare un ambiente per questo scopo. Ecco che i muri laterali salgono a dargli elevatezza, circoscrivendo il perimetro, e come dall’alto viene posto un limite, il senso del tetto da un elemento piatto che lo chiude, gli dà un termine. Mentre si formava questo luogo, la casa per il Santo, esso riceve la limitazione e legittimazione. Proprio al di sotto di questo termine vi è la statua bianca di Gesù. Questi, il Signore del Cristianesimo, legittima al Suo culto la chiesa, gli dà la identità di luogo cristiano definendola. Sotto di Lui i tre archi la nobi...

Nostra Signora di Coromoto

Da Viale dei Colli Portuensi si scorge la chiesa di Nostra Signora di Coromoto, costruita e inaugurata nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso. Il tetto che forma una punta fa credere o illudere che trattasi di tetto spiovente, che fa immaginare la forma e l’idea di una casa. Questo tetto a spiovente che immaginiamo fa pensare a una grossa copertura di una casa larga, ed esprime quindi il concetto di comunanza sotto lo stesso tetto di moltitudine di gente, raccolta a pregare e credere in Dio. Su uno dei muri grigi presso la facciata è issata una grande croce, a dire che per chi appartenga alla grande comunità, il segno, la credenza giusta è in Cristo, e Cristo è l’idea che si persegue dentro la “casa”. Il muro esterno su cui è posta la croce, grigio, indica la collocazione metropolitana della chiesa, come nei pressi di una infrastruttura cittadina. Nella vita di questa città e civiltà la struttura esiste e la croce è posta con il messaggio suddetto. I mattoncini gial...

San Giovanni Evangelista a Spinaceto

Lasciando Viale dei Caduti nella Guerra di Liberazione, a Spinaceto, non distante incontriamo la chiesa di San Giovanni Evangelista a Spinaceto. La parrocchia è stata eretta nel 1969. Da fuori dal cancello la chiesa è introdotta da un camminamento coperto che conduce ad essa. Conduce a essa, ad un muro concavo, che forma una curva, che ha dei sedili, e una tettoia a punta rivolta verso chi arriva, rialzata. Non vi è facciata, vi è questo muro dietro ai cui lati si entra in chiesa. Questo muro indica il punto d’arrivo di un cammino, lungo, riassunto e simboleggiato dal camminamento coperto. Questo muro di mattoni di tufo è ruvido per essere toccato con mano, come l’arrivo a un “luogo”. Gli stessi sedili e la tettoia ci indicano che siamo arrivati davvero in un luogo, potendo fermarci e sostare. La possibilità di sosta è la riprova di essere arrivati, con un cammino, a un luogo propriamente tale. Il muro di mattoni, che si estende ai due lati in forme curvilinee, è testimonianza del lu...

Sant'Enrico

Su una strada larga di Casal Monastero è situata la chiesa di Sant’Enrico, della parrocchia eretta nel 1989. Frontalmente, al posto di una facciata ha una profonda tettoia, alta, per gli esseri umani. Il significato di questa è che la chiesa è un tetto per i fedeli, è accoglienza, accogliente per riparare, alta perché capiente. La facciata è un tetto, così simbolicamente inteso. Vi è tuttavia un elemento architettonico: le travi di legno che sorreggono questo tetto. Queste travi non sono diritte a formare una forma di capanna o di luogo definito, bensì sono diagonali proprio a dare l’idea di sostenere, sostenere un tetto ampio. Oltre al tetto, anche tali travi sono facciata, esse dicono che la presentazione della chiesa, e la chiesa stessa, è elevazione di un tetto: la chiesa sostiene un tetto sotto cui i fedeli possono stare. Non visibile, diciamo nascosto, c’è l’edificio a destra della tettoia. Indica presenza di qualcuno, che consente e permette che la chiesa, a tante persone, fac...

Sant'Ireneo a Centocelle

In una via di Centocelle, lungo le linee dei tram 5 e 19, si erge la chiesa di S. Ireneo, sede della parrocchia istituita negli anni Cinquanta del secolo scorso. La facciata e la forma del volume sono quelle di una casa, una grossa casa, capiente. La facciata è di mattoni, ordinata, ma verticalmente, centralmente e ai lati impreziosita di motivi di piccoli triangoli. Questa facciata esprime una identità, ordinata e unitaria, solida, ma al suo interno, di facciata, caratterizzata da estroversia e diciamo artisticità, rappresentate dai motivi che sono presenti. Questi sono presenti centrali e laterali, e solo sulla facciata, proprio a voler indicare una volontà della comunità di presentarsi, apparire, come “romantici”, anzi ordinati con connotazioni romantico-artistiche. Le connotazioni artistiche rientrano nella stessa identità ordinata, la caratterizzano, ne caratterizzano la forma. Non come un ordine che si adegui all’artistico, ma come artistico inserito nell’ordine, carattere di q...

Sant'Ambrogio

Nei paraggi di via Baldo degli Ubaldi, e vicino alla fermata della metropolitana, si incontra la chiesa romana di Sant’Ambrogio, risalente al 1973. La chiesa ha una forma che ricorda distintamente quella di una mitria, copricapo dei vescovi, in generale dei religiosi. La cortina di cui è rivestita ci dice che questo edificio è una mitria-palazzo, cioè il materiale dice che tale forma gli è data e la assume quale edificio. Quindi non solo l’aspetto di mitria ci fa capire che la chiesa si propone in somma sacralità e importanza, ma tutto l’edificio si propone di essere una vera mitria, cioè oggetto ed elemento massimamente importante, tra i palazzi. Della mitria rappresentata dall’edificio possiamo vedere le decorazioni che sarebbero del tessuto, nel rosone e nelle croci formate da finestrelle del fronte. Anche le linee verticali rifanno il tessuto del copricapo vescovile. La chiesa essendo mitria si pone con importanza e ufficialità, grandezza formale. Possiamo immaginare che il fron...

Gesù Buon Pastore

Sul piazzale più grande, alla Montagnola, si impone la chiesa di Gesù buon Pastore, costruita nell’arco degli anni Cinquanta, consacrata nel 1959, visitata da due Papi nella sua storia. La chiesa ha un’impostazione normale, un corpo centrale e due navate laterali, più basse. Il corpo centrale, nel tetto, ha una punta con sopra la croce. Inoltre centralmente una striscia verticale accoglie disegni a mosaico. La striscia centrale indica certamente verticalità e la punta tendenza verso l’alto. L’alto cui punta questa chiesa è finito e non si collega direttamente ai cieli. Questo per la limitata pendenza della punta, per la stessa croce, materiale, apposta sopra, e per il disegno principale di Gesù, non proprio ambientato nei cieli, ma seduto con il vangelo e la mano aperta ferita. È quindi configurata l’elevazione della facciata ma con un finale, come di una essenza che termini in un certo punto. Forma di essenza che tocca un limite persistendo da terra, lunga elevazione, come in una f...

San Clemente

In un quartiere a pochi metri dalla fermata della metro Conca d’Oro, si impone la chiesa di San Clemente, grigia di cemento. Questa chiesa ha un corpo ovale con di fronte un alto portico quadrangolare. È come se la forma curvilinea si presentasse al mondo dando lo spazio ai fedeli per sostare davanti ad essa. La forma tondeggiante è dotata di struttura porticale per un dialogo umano. Sicuramente il portico è presente simbolicamente per i fedeli cui la chiesa ne offre lo spazio. La forma ovale in lungo indica profondità dell’edificio e spiritualità, dedizione a fondo, nello scopo, dello stesso. Dietro, la struttura della chiesa è chiusa come in una scatola nella forma rettangolare che fa da contenitore. Questo ci dice che in realtà ovale e rettangolo sono componenti di una unica idea e unica struttura, nell’armonia del contrasto tra linee curve e linee rette. Di quest’ultima concezione si ha espressione nei disegni del cosiddetto Colosseo quadrato e della Basilica dei Santi Pietro e P...

Sant'Angela Merici

Se dalla fermata della metro B1 S. Agnese/Annibaliano ci dirigiamo all’altro lato di via Nomentana, attraversandola, tra le vie dell’abitato possiamo incontrare la chiesa di Sant’Angela Merici, realizzata nel 1955 e consacrata nel 1967. Questa chiesa è a pianta ottagonale, elevata come un prisma. Il costone in cima non è di contenimento e stabilità, perché la forma della chiesa punta in alto; essa dalla sua base vuole proiettarsi fino all’alto, a prisma. Il costone anzi contiene la forma fisica di essa, la delimita a chiesa umana accessibile, dà un limite all’ascesa per preservarcela come chiesa, luogo fisicamente limitato. L’ottagono vuole proiettarsi verso l’alto, dei cieli ma soprattutto dei tempi, per rendere nel tempo della società le conquiste e l’oggetto, la tradizione del culto. La cortina, come il costone, riporta a terra l’edificio dandogli senso di palazzo terrestre tra i palazzi, quasi accostato ai palazzi laici, e coerente con essi. Laicità pensabile in relazione alle f...

Natività di Maria

Dentro una proprietà, lungo via di Bravetta, è collocata la chiesa della Natività di Maria, edificio consacrato e consegnato nell’anno 2000. L’arco largo che prende il centro della facciata nasce direttamente da terra e ne costituisce il soffitto, visto frontalmente. Esso indica la santità di Maria che punta in alto nascendo da terra. Persona umana che si eleva a santità grande, data l’ampiezza dell’arco. Grande perché questo è largo e diretto, vistoso. Esso sale leggermente verso l’interno, la profondità, a indicare accoglienza verso lo spettatore, e il fedele. A Maria è eretta questa chiesa con la curva verso l’alto, al culmine dell’arco c’è una vetrata con croce ad espandere l’arco in altezza e larghezza, verso il cielo. La vetrata di sopra è molto importante, eleva l’arcata a una dimensione notevole. Rimane l’arco a definirne una dimensione fisica, esso è terrestre. La porta è di un blu luminoso, è l’accesso al luogo dove sorge la santità della Madonna, dove Lei viene alla luce, ...

Nostra Signora di Guadalupe e San Filippo in via Aurelia

Lungo il primo tratto di via Aurelia, ancora tra i palazzi, sorge la chiesa di Nostra Signora di Guadalupe e San Filippo in via Aurelia, degli anni Cinquanta del secolo scorso. La facciata bianca si eleva in altezza nella navata centrale. Le altre due navate sono alte poco meno della metà di essa. La centrale vuole elevarsi e stagliarsi al cielo, presentarsi al cielo partendo da terra. Si presenta al cielo, piatta fronteggia e spicca in esso, tra gli angeli e i Santi. I motivi geometrici della linea orizzontale alla base rappresentano inizialmente la presenza terrestre, il luogo, a terra, di partenza della concezione edificale e simboleggiano presenza a tale livello. La figura geometrica presente è il quadrato, giochi di quadrati e quadrati incrociati stanno a rappresentare forme terrestri elaborate e moderne, spiritualità raggiunta al terreno, al livello dell’uomo, dove l’uomo è artefice di spiritualità ed elevatezza mentale concettuale, nello stato elevato della condizione esistenz...

San Francesco d'Assisi a Monte Mario

Lungo la salita di via Trionfale, si trovano le due chiese della parrocchia di San Francesco d’Assisi a Monte Mario. Quella di sinistra è la più moderna, edificata nel 2003. Questa coadiuva all’opera dell’altra, antica, e per non rubarle la scena non è resa visibile da alcuna struttura elevata che occupi spazio. È quindi un ambiente basso e largo, modesto stilisticamente e non attirante l’attenzione né, apparentemente, ponendosi come chiesa. Considerata autonomamente, il suo essere bassa, rettangolare e tufacea, e soprattutto i bassorilievi che ne caratterizzano la sommità, la fanno presentare come proposta di scavi archeologici adibiti a chiesa. Come i ritrovamenti degli scavi, essa è bassa e dotata dei bassorilievi che la decorano, insieme ritrovo e decorazione. In questo modo consacra la memoria antica rendendo un cimelio il culto del Santo, che è antichissimo e Patrono d’Italia. In questa chiesa, il Santo viene considerato oggetto di antichità e come tale è preservato e poi consa...